Il percorso del cibo
In questa pagina del sito ci occuperemo del sistema di approvvigionamento che vi era all'interno del limes Romano, approfondiremo sul metodo di rifornimento idrico e del cibo delle più grandi città dell'impero, dell'esercito.... Per cominciare è bene conoscere il significato della nostra parola chiave:
APPROVVIGIONAMENTO s. m. [der. di approvvigionare]. – L’approvvigionare, l’approvvigionarsi: fare a. di viveri; in partic., la provvista delle derrate alimentari di prima necessità e a volte anche delle materie prime. Con sign. concr., spec. al plur., le provviste stesse: gli a. cominciavano a scarseggiare. Nel linguaggio milit., l’insieme di materiali che occorrono a un esercito per vivere, muoversi e combattere; in marina, il complesso dei viveri per l’equipaggio e dei mezzi necessarî per la navigazione, l’armamento, ecc.
Amministrazione dell'approvvigionamento
La popolazione dell'impero era numerosa e non poteva da sola provvedere ai suoi enormi bisogni quotidiani. Per questo motivo sin dall'età repubblicana è esistita una carica pubblica, grazie alla quale chi la esercitiva, aveva le funzioni di dirigere l'approvvigionamento entro il territorio romano. In età repubblicana questa carica veniva affidata agli edili curuli, ma in momenti di particolare scarsità di grano poteva essere eletto un magistrato che si occupasse esclusivamente dei rifornimenti alla città. All'incirca nel 7 a.C. Augusto demandò l'incarico di prefetto dell'annona ad un membro del ceto equestre di sua nomina. Il prefetto rimaneva in carica a discrezione dell'imperatore ed era pagato da quest'ultimo con le risorse del fiscus. Il prefetto dell'annona, come il praefectus vigilum, possedeva giurisdizione civile e penale "extra ordinem", seppure sottoposta al controllo del princeps. Dopo la morte di Augusto la carica rimase in funzione fino alla caduta dell'Impero. Oltre a Roma furono dotate col tempo di un delegato all'annona anche l'Africa e Alessandria. A Costantinopoli invece, quando venne introdotto il medesimo ordinamento dell'Urbe, la cura annonae restò appannaggio del praefectus Urbis. Per dare una definizione, potremmo dire che il prefetto dell'annona era un responsabile della"filiera" del grano e poi dell'olio che viaggiavano verso Roma, dunque una delle figure politiche più importanti nella gestione di un impero tanto vasto. Per capire l'importanza di questa figura bisogna vedere lo splendido "Sarcofago dell' Annona",un capolavoro datato intorno al 270-280 d.C..
Per maggiori informazioni sul SARCOFAGO :
Le Frumentationes
Le frumentationes erano delle distribuzioni di grano gratuite che avvenivano periodicamente in ogni singola città dell'impero romano. I Romani non ritiravano la loro razione annonaria direttamente dalle panetterie:si recavano in punti di distribuzione che venivano chiamati gradus. Il gradus era una scalinata lungo la quale i panettieri procedevano quotidianamente alla distribuzione sotto il controllo di magistrati e scribi.Infatti ogni avente diritto era iscritto nell'elenco di un gradus.
Come insieme di consumatori, l'esercito, era diviso. Numerose province disponevano di contingenti permanenti di truppe legionarie o ausiliarie.Tale dispersione impedì la creazione di un sistema organico di rifornimento dell'esercito.Le strategie di vettovagliamento erano elaborate di conseguenza, calibrate per le specifiche località e sufficientemente flessibili per far fronte al mutare delle situazioni, compresi gli spostamenti delle truppe. D'altra parte è fuori dubbio che i funzionari romani e l'imperatore dovevano assumersi la responsabilità di organizzare un sistema di rifornimento dell'esercito e che questo sistema doveva essere dettagliato e completo e sottoposto a un elevato grado di controllo. L'esercito era la spina dorsale dell'impero. La necessità di mantenerlo in efficienza, come pure di garantirne la fedeltà alle autorità politiche, spiega l'attenzione posta dagli imperatori ai suoi problemi. Il contrario di ciò che accadeva con il popolo romano.
Per quantificare le necessità alimentari dell'esercito bisognerebbe considerare tutti i ritrovamenti di magazzini e baraccamenti di frontiera sull'antico limes romano.
Un esempio sono i ritrovamenti ad opera di Sir Ian Richmond e JK St. Joseph,tra il 1952 e il 1965 in Scozia,esattamente a Inchtuthil.
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Come stima di massima del consumo di cereali da parte dell'esercito sotto Augusto, consideriamo 100.000 tonnellate di grano; esse diventeranno 150.000 sotto Settimio Severo.
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Il rifornimento dell'esercito
I traffici marittimi
I Mercati Romani
Le anfore per il trasporto
Lo stoccaggio e il trasporto dei prodotti alimentari avveniva in contenitori sia in materiale deperibile che in recipienti in terracotta, tra cui le anfore sono sicuramente i più diffusi. Etimologicamente con il termine anfora ( dal greco amphì phero, porto da entrambe le parti) si definiva, nell'antichità classica, un contenitore in terracotta munito di due anse, funzionali ad agevolarne la presa ed il sollevamento, destinato prevalentemente al trasporto di derrate alimentari liquide o semiliquide di largo consumo, come l'olio, il vino, e i prodotti derivati dalla lavorazione del pesce.
I Romani ebbero sempre la necessità di commerciare per vie d’acqua, in quanto, anche se era più costoso e meno sicuro, era l’unico modo per far arrivare il necessario per il sostentamento dell’Urbe e poi di tutto l’impero: per esempio, per far arrivare le derrate di grano dalla Sicilia, ma anche dal Nord-Africa, l’unico modo era quello di commerciare via mare. Di questa necessità ce ne dà conferma Pompeo Magno che affermò: "Navigare necesse est. Vivere non est necesse!", in riferimento alla pericolosità di navigare durante una tempesta. La cosa certa è che i Romani ebbero sin dal principio una certa dimestichezza nel commerciare per vie d’acqua: infatti i Romani già dalla fondazione della città utilizzarono il Tevere, il cui breve tratto fino al mare consentiva l’agevole afflusso in città delle merci scaricate dalle navi marittime ad Ostia o Porto. Le merci stesse venivano infatti imbarcate su delle navi più piccole, dette “caudicariae”, particolarmente adatte alla navigazione fluviale fino a Roma. Gli effetti benefici di questo collegamento indusse i Romani ad attribuire al loro fiume un’essenza soprannaturale: era il Dio Tevere, rappresentato semisdraiato, come tutte le divinità fluviali, con in braccio un remo, simbolo della navigazione, o una cornucopia, simbolo di abbondanza. Da qui è facile capire poi anche l’importanza dei traffici marittimi e quindi la necessità dell’Impero Romano di conquistare aree che affaccino sul mare, poiché soltanto in esse era possibile costruire i porti, che sempre furono il fulcro dei commerci via mare. Tra questi è bene ricordare non solo quelli marittimi, come quello di Alessandria, quello di Miseno, quello di Ravenna, ma è bene anche ricordare quelli fluviali, che non solo ebbero grandissima importanza per i commerci ma anche furono la sede di importantissime flotte Romane, come quella collocata sui fiumi Sava e Danubio (poi chiamata Flotta Pannonica), un’altra sul Reno (poi chiamata Flotta Germanica) e così via….
Nel mondo romano, il mercato non si distingueva dal foro: infatti nel periodo repubblicano appariva costituito da tabernae, cioè botteghe adibite alla vendita di merci. Il foro romano veniva utilizzato per i giochi atletici e a fini commerciali. Con lo sviluppo dell'Urbe, crebbe anche il foro romano, le cui tabernae vennero progressivamente sostituite da edifici monumentali, chiamati comunque Forum.
Si distinguono a questo punto diversi Forum : il forum bovarium, il forum piscarium, il forum vinarium, forum cuppedinis, forum suarium e forum olitorium.
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Però se il mercato a cielo aperto esisteva anche nell'antica Grecia, quello al chiuso fu una vera e propria invenzione dei Romani. Infatti nel 179 a.C. sorgeva il Macellum, un edificio destinato a concentrare tutti i mercati in un unico luogo, lo stesso dove sorgeva in precedenza il Forum piscarium, caduto vittima di un incendio nel 210 a.C. Il primo Macellum fu demolito dopo circa un secolo e mezzo di funzionamento e fu sostituito, in epoca augustea, dal Macellum Liviae, costruito sull'Esquilino, al quale si aggiunsero , sotto Nerone, il macellum magnum e ,sotto Traiano, i Mercati Traianei.
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Macellum di Leptis Magna
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