La forza bruta dei Ciclopi
Mentre nella Teogonia di Esiodo i Ciclopi sono arcaiche divinità, i fabbri divini inventori del fulmine, Omero ne fa un popolo selvaggio e brutale che vive ai margini del mondo esplorato dai Greci. Questi non conoscono le regole della civiltà e il loro modo di vivere rappresenta l'esatto opposto del mondo civile dei Feaci. I Ciclopi abitano spelonche, vivono di pastorizia, non compiono sacrifici e non rispettano gli dei perchè si ritengono più forti di loro. Conoscono il fuoco ma non lo impiegano per cuocere i cibi,bevono il latte e quando bevono il vino non lo diluiscono con l'acqua.
La vittoria di Odisseo e della sua intelligenza sulla forza bruta di Polifemo rappresenta il trionfo della civiltà sulla brutalità e la barbarie. I ciclopi godono di un rapporto diretto con la natura:Polifemo crudele con gli uomini mostra tuttavia una capacità istintiva di comunicazione con gli animali(montoni) unici compagni della sua solitaria esistenza.
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LA MODALITA' DI PRESENTAZIONE DI POLIFEMO
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La descrizione del ciclope da parte di Odisseo lascia agli ascoltatori/lettori la possibilità di immaginare Polifemo prima ancora che egli compaia e di dedurne le caratteristiche di base dai comportamenti ancor prima che dall'aspetto fisico:
- ne immaginiamo la figura gigantesca dalle dimensioni della spelonca;
- ne intuiamo l'inciviltà dall'assenza di vita sociale;
- ne presagiamo la forza smisurata dal fascio di legna e dal macigno con cui chiude l'apertura della grotta;
- ne presentiamo il terrore che incute dal tono spaventoso della voce.