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La nascita della navigazione

Nel mondo antico non si viaggia né ci si sposta frequentemente: la conoscenza del mondo è forzatamente limitata all’esperienza di rari viaggi o alle parole di chi, avendo “sperimentato” il mondo, diffonde su di esso racconti spesso mirabolanti.

Pochi “privilegiati” si spostano, conoscono il mondo, ne affrontano i pericoli. Viaggiano i guerrieri che portano ma che talora trovano, lontano dalle case, morte. Viaggiano, con le loro merci, su navi proprie o altrui i mercanti e sperimentano l’“indole” degli uomini.

Viaggiano i pellegrini diretti talora verso lontani santuari panellenici. Si viaggia e ci si sposta per necessità, affrontando l’ignoto e consapevoli dei rischi e pericoli.

Ogni ateniese risiede in città e si sposta periodicamente verso la campagna nella quale possiede una casa ma non oltrepassa i confini dell’Attica se non per maggiori necessità

L’esperienza del mondo pare mediata attraverso i racconti del mito che hanno per protagonisti eroi viaggiatori.

Quando i primi coloni greci lasciarono la patria avevano già grande esperienza nel campo della navigazione. Questa si limitava essenzialmente al Mediterraneo lontano da coste ben più importanti del semplice Canale d'Otranto. Più che una scienza, la navigazione antica era un'arte basata sulle capacità di interpretare i fenomeni naturali.

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