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navi romane

NAVES ONERARIAE

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Le navi onerarie erano navi piu' corte e piu' larghe rispetto a quelle da guerra;di aspetto tondeggiante,la loro lunghezza corrispondeva a circa tre volte la loro larghezza, che era a sua volta il doppio del pescaggio (nella media una nave era lunga 19 metri, aveva una larghezza di circa 6 e un pescaggio leggermente inferiore ai 3 metri). La prua era arrotondata e spesso dotata di un tagliamare, un dispositivo per migliorare la qualita' della navigazione; la poppa poteva terminare con una testa di cigno rivolta all'indietro ed era spesso appesantita da decorazioni, sculture e motivi architettonici. Talvolta le navi possedevano una scialuppa di approdo, che veniva lasciata in mare assicurata alla poppa. Nella maggior parte dei casi la cabina si trovava a poppa e sul suo tetto era posizionato il timoniere;a poppa erano presenti due unita' remo-timone uno per lato fissati tramite corde. Questi erano manovrati da una barra trasversale , il clavus, inserita nella testa del remo perpendicolarmente a questo,che li faceva ruotare sul proprio asse; questo tipo di timone non necessitava di un grande sforzo fisico da parte del timoniere. Generalmente queste imbarcazioni si muovevano grazie alla forza del vento, che andava a gonfiare le vele: sull'albero maestro,fissato nella parte centrale della chiglia, era tesa una grande vela quadra o trapezoidale, sopra alla quale poteva trovarsi una piu' piccola vela triangolare. A prua si trovava un secondo albero inclinato in avanti come un trinchetto e un terzo albero poteva essere presente a poppa. Tutte le navi erano comunque dotate di remi, utilizzati soprattutto nelle manovre di allontanamento e di avvicinamento;infatti il numero di rematori era esiguo perche' lo spazio era destinato per lo' piu' al carico. Per quanto riguarda il tonnellaggio questo variava a seconda delle esigenze commerciali e la capacita' di trasporto era calcolata in anfore (45-50 chilogrammi) o modii (circa 6.6 chilogrammi). La capacita' di 10.000 modii di grano (circa 70 tonnellate) era il limite inferiore per le navi di tonnellaggio medio, che potevano servire lo stato occupandosi dell'approvvigionamento di Roma e godere quindi di determinati privilegi(cioe' chi possedeva una nave poteva metterla a disposizione);la maggioranza delle imbarcazioni impiegate era di 3.000 anfore (150 tonnellate). Esistevano anche le muriophoroi, letteralmente "portatrici di 10.000 anfore" (500 tonnellate), considerate le navi piu' grandi del periodo fine-repubblicano ed imperiale,e navi capaci di trasportare fino a 1200 tonnellate come la Isis,nave della flotta granaria di Alessandria,descritta da Luciano (Navigium, 5), lunga 53 metri, larga 14 e alta circa 13 metri dalla chiglia al ponte.

NAVES LONGAE

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Le navi da guerra erano piu' lunghe e affusolate rispetto a quelle onerarie per essere più manegevoli e piu' veloci nell'acqua.A tal proposito notevole era il numero dei rematori che occupavano in genere due file appaiate o tre sovrapposte su piani sfalsati al di sotto del ponte.

Nelle quadriremi e quinqueremi la disposizione cambiava; in generale gli ordini erano di due o tre e ciascun remo era manovrato da più rematori.Nelle navi da guerra si crede che vi fossero due ponti con i rematori in mezzo separati da una corsia longitudinale.
La propulsione avveniva inoltre anche attraverso le vele situate su un albero al centro e forse anche a prua inclinato;all'avvistamento del nemico le vele venivano ammainate e l'albero poteva essere rimosso adagiandolo sul ponte per facilitare le operazioni militari.
Caratteristiche peculiari delle navi da guerra erano il rostrum,sperone di ferro a tre punte localizzato a prua ,che serviva a speronare le navi nemiche e facilitarne l'abbordaggio,(ogni nave, inoltre, era munita di un antirostro una sorta di speroni che evitavano l’eccessivo inserimento nel corpo della nave nemica speronata, e che permetteva di sganciare facilmente il rostro dopo l’attacco), i corvi che erano una sorta di ponte levatoio girevole situato a prua terminante in un uncino che venivano abbassati grazie ad un sistema di carrucole sulla nave nemica per permettere l'aggancio il passaggio dei soldati romani che si riversavano cosí sulla nave nemica,delle torrette presenti a poppa su cui si posizionavano gli arcieri (che scagliavano frecce di fuoco) in modo che potessero tirare da una posizione rialzata e quindi più vantaggiosa, e sul ponte onagri (sorte di catapulte) che sparavano vasi pieni di carboni ardenti e di pece e balistae che sparavano frecce di 1m di lunghezza a oltre 200m di distanza.L'energia cinetica era immagazzinata in matasse di crine, umane o animali, o in fasci di nerbo di bue, che lavoravano per torsione e la cui tensione era regolata con dispositivi straordinariamente sofisticati, al servizio della precisione del tiro.Le navi da guerra più comuni erano:


La bireme: lunga ( a seconda delle epoche)
circa 24 metri e larga poco più di 3

con due file posizionati sulla stessa panca.Soppiantata ben presto dalla trireme

 

 

                                                                                                                

 

 

                                                                                                                                               La trireme: lunga oltre i 40 metri e larga più di 6                                                                                                                                                    3 file di rematori ( fino a 170) .Queste navi,costituivano la                                                                                                                                           vera "spina dorsale" della marina romana. Poteva                                                                                                                                                         trasportare una centuria (80 uomini) di fanti di marina.

 

 

 

La quadrireme e la quinquereme: erano navi molto simili

per dimensioni , lunghe circa 48 metri larghe 8 con un

pescaggio di un metro circa .Esse rappresentavano le

corazzate dell'epoca e presentavano du corvi (uno a prua e

una poppa) baliste,onagri,torrette.La quadrireme ospitava

240 rematori,15 marinai e 120 fanti di marina; la quinquereme

 300 vogatori 50 marinai 120 fanti!

 

                                                                                                                 La esareme: questa nave, in epoca imperiale,raggiungevano i 70 m di                                                                                                                    lunghezza e gli 8 m di larghezza ed erano navi utilizzate per il trasporto

                                                                                                                 per lo più di ammiragli e alti ufficiali(nave ammiragliadetta anche navis                                                                                                                  pretoria) ma essendo armate come le altre,potevano partecipare agli                                                                                                                    scontri.

 

 

 

 

La liburna(il cui nome forse originava dai Liburni pirati della Dalmazia) :

nave di medie dimensioni ,dotata di due ordini di remi altamente veloce

e manovrabile utile quindi per inseguimenti,per il supporto logistico e il

rapido trasporto delle truppe,per il soccorso. Venne utilizzata sopratutto

nelle flotte fluviali lungo il reno e il Danubio e contro i pirati nell'Adriatico.

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LA NAVIGAZIONE SUL TEVERE

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Merita particolare attenzione la navigazione praticata sul Tevere dal porto di Ostia fino a Roma; le merci erano trasportate in città grazie ad una complesso sistema affidato ai navicularii, proprietari delle imbarcazioni che svolgevano questo servizio. Vi erano moltissimi tipi di barche, ognuno delle quali svolgeva una particolare funzione:

Lenunculi: queste imbarcazioni, le più comuni, non avevano grandi dimensioni ma erano solide e stabili, nonché abbastanza veloci grazie

ai molti rematori; per queste particolari caratteristiche venivano utilizzate come rimorchiatori per far entrare ed uscire le navi dal porto. 

 

Scaphae: queste piccole imbarcazioni a remi con fondo piatto erano impiegate sia per il  trasporto di merci e persone da una sponda all’altra sia come aiuto durante le manovre delle grandi navi.                                                                                        
 

Lintres: erano così definite le tipiche barchette fluviali, che avevano scafo stretto e allungato, basse fiancate e fondo piatto.
 

Naves caudicariae: tipiche del Tevere, queste erano le navi vere e proprie per il trasporto fluviale, avendo come caratteristiche una chiglia a carena piatta e un albero maestro reclinabile che poteva essere utilizzato come braccio di sollevamento per le merci; generalmente venivano       impiegati per il trasporto di carichi molto pesanti perciò, poiché non potevano fare manovre con le vele o risalire la corrente remando, erano assicurati con delle funi a delle coppie di buoi che risalivano la riva destra del Tevere.
 

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