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Neptunus I

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Inter  deos, Neptunus, Saturni et Rhea filius, aquarum imperium habebat. Itaque dominus ac patronus erat non solum pelagi, sed etiam fluviorum, rivorum, stagnorum atque lacunarum; sed praecipuum dei regnum pelagus amplum ac profundum erat. Antiqui Neptuni domicilium in caeruleo palatio collocabant, splendidis gemmis exornato. Inde dominus Oceani  movebat et immensa spatia carro peragrabat. Rapidum dei carrum equi marini trahebant; equorum iubae caeruleae , ungulae aeneae, feri oculi erant. Deus coronam regiam gerebat; sinistra tenebat habenas , dextera non sceptrum, sed fuscinam, signum imperii.
 

Tra gli Dei Nettuno, figlio di Saturno e Rea, aveva l'impero delle acque. Pertanto era signore e padrone non solo del mare, ma anche dei fiumi, dei ruscelli, degli stagni e dei laghi; ma era straordinario il regno del Dio, ampio e profondo. La dimore dell'antico Dio Nettuno era collocata nel palazzo azzurro, ornato di splendide gemme. Di lí il padrone dell'oceano si spostava e percorreva immensi spazi con il carro. I cavalli marini trainavano il rapido carro del Dio; le criniere dei cavalli erani azzurre, le unghie bronzee e gli occhi feroci. Il Dio portava una corona regale; nella sinistra teneva le redini, nella destra non lo scettro, ma il tridente, segno del potere.

Neptunus II

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Neptuni animus non tranquillus, sed semper varius erat: modo iracundus, modo serenus, subitas procellas in pelago suscitabat aut sedabat; saepe etiam terram fuscina quassabat, insulasque inter undas excitabat aut dissolvebat. Inter beluas Nuptuno dicati erant equus et delphinus, inter plantas pinus. Multa loca, praesertim maritima, sub Neptuni tutela erant: ut Corinthus, Rhodus et insulae Aegaei. Graeci et Romani pelagi deo templa et aras plerumque in promunturiis et oris maritimis aedificabant, statuas autem praecipue in stadio et circo collocabant, ubi rapidi equi certabant; in sacrificiis autem Neptuno praesertim robustos tauros immolabant.

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L'animo di Nettuno non era tranquillo, ma era sempre vario. Ora adirato, ora sereno suscitava o calmava improvvise tempeste in mare; spesso scuoteva con il tridente anche la terra, e faceva spuntare isole tra le onde o le faceva scomparire. Tra le bestie, il cavallo e il delfino erano dedicati a Nettuno, tra le piante il pino. Molti luoghi, soprattutto marittimi, erano sotto la tutela di Nettuno: come Corinto, Rodi e le isole dell'Egeo. I greci e i romani edificavano al Dio del mare templi e altari soprattutto sui promontori e sulle coste marittime, e soprattutto collocavano statue nello stadio e nel circo, dove gareggiavano i rapidi cavalli; nei sacrifici a nettuno spesso sacrificavano specialmente robusti tori.

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