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I VIAGGI NEL MONDO ANTICO

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Le rotte

Le carte antiche


Nell’antica Grecia, le carte geografiche non esistevano così come le concepiamo oggi. Strabone riteneva che la geografia fosse una scienza derivata dalla filosofia.
Nel mondo classico non erano i geometri ma i filosofi che si dedicavano alla pratica cartografica.

Carta geografica di Ecateo

La prima opera geografica greca scritta in prosa fu la Periegesi, (Viaggio intorno al mondo) di Ecateo di Mileto (550 - 480 a.C.), uno dei più antichi logografi ionici (= storico, nell'antica letteratura greca). La Periegesi (di cui ci sono pervenuti circa 300 frammenti), costituisce una sorta di guida alle zone costiere del Mediterraneo, a illustrazione di una carta geografica divenuta famosa.
E' probabile che la carta di Ecateo sia stata basata su una riproduzione di quella di Anassimandro.
Le nozioni geografiche di Ecateo sono chiaramente primitive. Per lui il Caspio era un golfo che sfociava nell'Oceano circolare. Il secondo libro della Periegesi è dedicato alla Libya (Africa), naturalmente la costa del Nord Africa fino alle Colonne d'Ercole. Ecateo potrebbe essere uno degli autori ai quali si riferisce con una certa derisione Erodoto, per aver fornito notizie geografiche grossolanamente imprecise.

L'ecumene di Erodoto
Erodoto di Alicarnasso svolse la sua attività intorno agli anni 440 - 425 a.C. I viaggi che portò a termine gli consentirono di allargare enormemente le conoscenze geografiche dei suoi contemporanei. Le sue Storie erano essenzialmente dedicate alla lunga lotta che aveva opposto i Greci ai Persiani, ma fu anche un avventuroso viaggiatore attraverso il Mediterraneo. Si può ritenere che pur essendo venuto a conoscenza della nozione della sfericità della Terra, abbia continuato per semplificazione a trattarla come un disco piatto. Dice di cinque giovani originari del Golfo della Sirte, che si inoltrarono verso sud, attraverso il deserto, fino a giungere a un grande fiume che scorreva verso est. Sostiene che avessero raggiunto la zona di origine del Nilo, che egli situava nell'Africa Occidentale. E' stato suggerito che tutt'al più ad Erodoto può essere giunta qualche incerta notizia circa qualche grande fiume dell'Africa Centrale, ma è altamente improbabile che al tempo di Erodoto delle spedizioni abbiano potuto attraversare il deserto. Si rese conto che il Caspio era un mare chiuso, e non un golfo affacciato sull'Oceano. Dice anche che l'Africa era circondata dal mare, citando il viaggio compiuto da marinai fenici per ordine del faraone Necho nel 600 a.C.. Un'altra delle concezioni geografiche messe in ridicolo da Erodoto fu quella dei quattro "golfi" (il Mar Caspio, il Mare Arabico, il Golfo Persico e il Mediterraneo) bagnati dal fiume Oceano.

Carta geografica di Dicearco

Un gran passo in avanti fu compiuto da Dicearco da Messina (IV sec. a. C.) che comprese che per fissare con precisione sulla carta le posizioni dei singoli punti, occorreva riferirle a linee determinate. A tale scopo, basò la costruzione del suo mappamondo su una linea di riferimento orizzontale chiamata diafragma che era un vero e proprio parallelo che divideva in due parti l’abitabile passando per le Colonne d’Ercole, lo stretto di Messina, Atene e Rodi. Sembra che nel mappamondo di Dicearco fosse segnata anche una linea perpendicolare al diafragma, che lo incrociava in corrispondenza di Rodi.

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