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LE SIRENE

  Le sirene, creature mitologiche assassine di navigatori, vengono descritte e rappresentate in modo diverso nella letteratura greca. Secondo l’immagine di Omero, le sirene erano sia creature piacevoli (voce e prato fiorito), sia malvagie. Esse infatti ingannavano gli uomini con il loro canto, promettendo di farli continuare a navigare indenni e sapendo nuove cose, e poi questi si gettavano d’istinto su uno scoglio dal prato fiorito

per morire lì di colpo. Per gli storici questo mito rappresenta

l’uomo che per colpa delle tentazioni finisce in un baratro

sempre più profondo. Sempre secondo la teoria di Omero le

sirene erano delle creature vergini, cioè che non potevano

unirsi nel rito nuziale. Dato il disprezzo di Omero verso gli

ibridi decise di non descriverle come tali o come mostri

(tradizione iconografica arcaica), ma come belle donne.

Inoltre nei suoi scritti confluiscono diverse tradizioni sul

numero delle sirene: certe volte infatti usa il plurale mentre

altre volte il duale.

                                                                                     Su quest’ultima questione del numero                                                                                       possono essere affiancate altre due                                                                                       tradizioni. La prima è quella dei                                                                                       Calcidesi di Cuma secondo                                                                                      i quali le sirene erano tre Partenope,                                                                                        Leucosia e Ligea, che all’incontro                                                                                       con Odisseo si suicidarono, non                                                                                         essendo riuscite a tentarlo, e                                                                                      naufragarono in luoghi diversi:                                                                                      Partenope a Napoli; Leucosia nel                                                                                        golfo di Salerno; Ligea nel golfo di Santa Eugenia. Secondo un’altra tradizione, sempre in numero di tre, le sirene  si gettarono in mare e divennero di pietra.

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Sull'aspetto delle sirene sono prevenuti a noi diverse rappresentazioni attraverso i dipinti, le statue e gli scritti.

Alcune le rappresentano come creature metà donna e metà uccello: il busto umano si interrompe all'altezza dei fianchi e da qui si diramano due zampe da uccello piumate e munite di artigli; dal dorso due grandi ali avvolgono la sirena. Questa rappresentazione la si può riscontrare nel dipinto di John William Waterhouse "Ulysses and the Sirens".

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Secondo tradizioni più recenti, che hanno formato un immagine comune associata alla parola "sirena" nella mente di tutti, queste creature sarebbero per metà pesce e per metà donna: il busto umano si interrompe in una lunga coda squamosa.

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